Kudryavka wrote:Maybe Italian website Art on ice will publish an interview (at GSA) tonight. Zhenya is checking his interview now
(ganbatte~~we are waiting~~ )
published an interview
http://www.artonice.it/?q=it/node/12350Intervista a Evgeni Plushenko, lo zar che ama l’Italia e tifa JuventusInserito il Gio, 25/10/2012 - 14:32.
20 ottobre 2012 – Palavela di Torino. I pattinatori stanno terminando la prova del finale dei Golden Skate Awards. Stessa città, stessa ora – Juventus Stadium: si sta giocando il secondo tempo della partita di Campionato di serie A Juventus-Napoli, il cui risultato incoronerà la capolista solitaria del Campionato di Serie A.
Inizia, proprio con la Juventus, con questo legame tra due sport completamente diversi, ma altrettanto appassionanti e capaci di entusiasmare il pubblico, l’intervista con lo Zar che si mostra semplicemente Evgeni, un uomo con tanta voglia di scherzare, di parlare di sé e di ciò che ama.
Accade che la comune passione per una squadra di calcio diventi un modo insolito e lieve per approcciarsi, per cominciare un dialogo.
“Evgeni, abbiamo una bella notizia per te. La Juventus è appena passata in vantaggio sul Napoli. Ha segnato Caceres”.
Una mano si leva verso l’alto in segno di vittoria ed un sorriso illumina il volto del campione russo.
“Wonderful. Meraviglioso. Sono felice, tanto felice. Anche se senza Alessandro Del Piero, senza il mio amico Alex, mi manca qualcosa… è diverso seguire la Juventus… ma è la mia squadra”
I giocatori cambiano, si succedono le generazioni, ma la Juventus è sempre la stessa: un collettivo vincente…E, poi, ci sono altri calciatori, altri campioni… C’è Andrea Pirlo, è un immenso centrocampista, anche della Nazionale italiana…Evgeni: Certamente. Sono d’accordo con te. Del Piero mi manca perché l’ho conosciuto personalmente e siamo diventati amici, si è creato un rapporto. Sono sicuro che farà bene a Sidney. Per lui è una nuova avventura. La Juventus resta la mia squadra e, quando posso, guardo le sue partite. Adoro il calcio italiano. Il vostro campionato è elettrizzante. Sai che c’è un legame stretto fra la Russia e l’Italia? Spalletti per esempio allena lo Zenit di San Pietroburgo…”
E Capello la vostra Nazionale…Evgeni: E’ esattamente ciò che ti dicevo. E’ bello che ci sia questa collaborazione fra le nostre nazioni…
Evgeni, parliamo di pattinaggio? Il calcio appassiona entrambi, ma torniamo al tuo sport… Hai lavorato e stai lavorando con Pasquale Camerlengo. Ci parli di questa esperienza?Evgeni: E’ quello che ti dicevo poco fa: un italiano e un russo, di nuovo… (Ride). Mi sono trovato benissimo con Pasquale. E’ una persona fantastica, un grande uomo, estremamente professionale. Lavora moltissimo, sa che cosa vuole e come realizzarlo. E’ molto scrupoloso, attento, preciso e ha un carattere estremamente forte.
I tuoi programmi per la stagione e i costumi, le musiche… Che cosa cambierà? Quali novità presenterai?Evgeni: Ho pensato molto ai miei programmi. Alla fine ho deciso di cambiare soltanto il lungo. Li ho utilizzati due volte in una stagione: ai Campionati nazionali russi e agli Europei di Sheffield. Sarebbe stato un vero peccato non mantenerne almeno uno. Quindi, ripeterò “Storm” nella variazione di Yanni… mentre per il lungo ho lavorato molto ad idee diverse fino ad arrivare ad un alternarsi di musiche: “Rondo Capriccioso”, “The Swan”, la “Danza macabra”. Questo programma si chiama “The Best of Saint Saens”. E’ una bella sfida. Il costume? Lo vedrai stasera: mi sembra di effetto ed è bianco e nero…
Sai che mi era piaciuto moltissimo il costume che hai indossato a Sheffield nel lungo. Mi hai ricordato il Principe Andreij di “Guerra e pace” di Lev Tolstoij…Evgeni: Davvero? Ti ringrazio… Sono contento che ti sia piaciuto… Il principe Andreij? Interessante, molto interessante… Mi fa piacere sentire questo paragone…
Hai recentemente pattinato a Verona nell’”Opera on ice” Ci parli di questa esperienza… di questa fusione fra mondo del pattinaggio e la lirica?Evgeni: Verona è una città straordinaria, splendida, accogliente, la città dell’amore, e l’Arena ti trasmette un’atmosfera unica: è un luogo antico e affascinante, in cui ti senti immerso nella storia. Pattinare in un posto simile rappresenta un’esperienza indescrivibile, completamente diversa da tutte quelle che avevo fatto in precedenza. Ti posso confessare che ho vissuto momenti intensi.
Nel 2014 l’ISU dovrebbe consentire ai pattinatori di artistico di utilizzare le musiche cantate in gara. Che cosa ne pensi? Lo farai?Evgeni: Penso che negli show, negli spettacoli le musiche cantate siano di effetto, arricchiscano anche l’esibizione, aiutino a comunicare con il pubblico. In gara no, però. Sono contrario, forse tradizionalista… chissà. Credo, però, che la musica debba essere tale e basta. Non una canzone. Non utilizzerò canzoni nei miei programmi.
Evgeni, parliamo di Olimpiadi. A Sochi il tuo sogno diventerà realtà: pattinare in quattro Olimpiadi e lo farai nella tua Russia. Quali sono i tuoi obiettivi?Evgeni: Innanzitutto, quello che hai appena citato: esserci, essere presente in gara. Partecipare nel mio Paese alla mia quarta Olimpiade rappresenta già un grandissimo risultato. Poi, ti posso dire che farò del mio meglio, che ce la metterò davvero tutta. E chissà, magari, arriverà una medaglia…
Argento a Salt Lake City, oro a Torino, argento a Vancouver… la medaglia che ti manca: il bronzo?Evgeni: E chi può dirlo? Darò il massimo: questo posso garantirtelo…
E dopo Sochi? Allenerai come Alexeij Mishin?Evgeni: Per il momento, ho deciso che farò un grande show, con tappe in tutto il mondo. Sarà uno spettacolo lungo, toccherà molti Paesi, naturalmente anche l’Italia. E, poi, voglio comprare una casa nel tuo Paese. Lo amo moltissimo, mi sento a casa tra voi. La mia seconda casa… E, naturalmente, mi dedicherò alla mia famiglia, al bambino che nascerà a dicembre e che si chiamerà come il mio amico Alex Del Piero… Poi, chissà, il futuro più lontano che cosa mi riserverà…
Hai molti ammiratori in Italia. Vuoi consegnarmi un messaggio per tutti loro…Evgeni: Ogni volta che vengo in Italia sono circondato dal grande affetto del pubblico. Mi sento amato. Questo è importantissimo per me. Ringrazio i miei ammiratori. Voglio dire loro che sono splendidi, che li porto sempre nel mio cuore. Mi danno forza, mi aiutano a regalare tutto me stesso… Semplicemente: Grazie…
Il tempo con Evgeni è diventato un concetto relativo: si è aperto, rivelato, mi si è affidato, si è raccontato e messo in gioco.
Deve andare: il suo costume bianco e nero lo attende. La sua Juventus ha terminato la partita, ha vinto 2-0. Glielo dico, mentre lo saluto e lo vedo sorridere di nuovo, felice come un ragazzino. Poi vola verso il suo ghiaccio.
Ora tocca a lui scendere in pista qui a Torino, stasera, ma soprattutto a Sochi nel 2014 per giocare fino in fondo la sua partita.
Barbara Castellaro